In Italia circa il 20% delle coppie ha problemi di infertilità (una coppia su 5 in età fertile ha difficoltà a procreare) al pari degli altri paesi industrializzati.
Ogni anno il Ministro della Salute presenta un report al parlamento in cui viene presentata l’attività dei centri di procreazione medicalmente assistita che devono essere autorizzati per poter operare. Tutti i centri devono inviare i dati al registro per la PMA (procreazione medico assistita) per tenere sotto controllo l’attività anche in temi di ovociti trattati o embrioni congelati. Il report di giugno del 2015, riferito al 2013, dice che erano attivi 360 centri, che 71.000 coppie si sono rivolte a loro, che sono state ottenute 15.000 gravidanze e che sono nati 12.000 bambini, corrispondenti al 2.4% dei nati in Italia. Nel 35% dei casi di infertilità la problematica è ritenuta femminile, nel 30% maschile, nel 20% di entrambi i partner e nel 15% idiopatica, ovvero nonostante gli screening non si è identificata una causa di infertilità.
Le cause dell’infertilità femminile e maschile possono essere correlate a specifiche patologie:
Vi sono anche fattori sociali che favoriscono questa problematica:
Lo stile di vita e dall’alimentazione sono le basi non solo per la salute generale e ginecologica della donna, ma anche, in caso di gravidanza, per la salute ed il corretto sviluppo del feto. Il peso corporeo può giocare un ruolo fondamentale; essere normopeso rappresenta infatti la condizione ideale per portare avanti la gravidanza in maniera ottimale. Donne sottopeso o coloro che praticano un’intensa attività fisica infatti possono avere difficoltà di ovulazione per una carenza estrogenica, e dunque difficoltà di concepimento, con ricadute sui rischi per la crescita del feto. Anche all’aumentare del peso, i cicli mestruali diventano irregolari fino a un possibile scompenso della funzione riproduttiva.
In alcune donne poi si può osservare una difficoltà nell’ovulazione legata alla policistosi ovarica. Patologia che spesso comporta una resistenza insulinica che favorisce sovrappeso e obesità, sconvenienti proprio nella ricerca di una gravidanza.
Recenti evidenze hanno sottolineato che 1 giovane su 3 in Italia è a rischio di infertilità, confermando l’urgenza di attuare un piano atto ad educare e sensibilizzare soprattutto i giovani sui rischi di comportamenti, abitudini e stili di vita che possono avere risvolti negativi non solo sulla fertilità ma anche sulla salute generale. Fra questi in età infantile e durante lo sviluppo puberale, un ruolo importante è svolto dall’eccessivo aumento ponderale (spesso causa di uno squilibrio ormonale con riduzione del principale ormone maschile, il testosterone, e un aumento degli ormoni “femminili” gli estrogeni) e dalla sedentarietà, associati ad abitudini alimentari non appropriate. Anche nell’uomo quindi una dieta equilibrata, completa e ricca di antiossidanti, e il contenimento dei fattori di rischio (peso adeguato, attività fisica, stile di vita salubre, assenza di consumo di sostanze d’abuso e dopanti) rappresentano poche e semplici regole utili per ottimizzare la fertilità e la sessualità, e per preservare l’organismo in salute. Un ruolo fondamentale nella sintesi dello sperma è ricoperto da spermina e la spermidina. L’uomo con una bassa conta di spermatozoi presenta bassi livelli di entrambe ma questi livelli possono essere ripristinati con i giusti nutrienti.
Nella mia esperienza professionale ho riscontrato che, in molti casi, già dopo pochi mesi di corretta alimentazione la coppia può iniziare a sentire i benefici del nuovo stile di vita
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