Mutazione genetica MTHFR e dieta

In questo periodo ci capita di sentir parlare di rischio trombotico e indagine genetica MTHFR. Ma che cos’è l’MTHFR?

L’MTHFR (metilentetraidrofolato reduttasi) è un enzima che, attraverso l’intervento della vitamina B12, converte l’omocisteina in metionina, fondamentale per la costruzione delle proteine, ed è implicato in alcune fasi cruciali del metabolismo dei folati (vitamina B9).

La mutazione MTHFR è un polimorfismo comune, con una frequenza in Europa del 50% circa degli eterozigoti (uno dei genitori ha dato il gene corretto – con le giuste istruzioni – e l’altro mutato) e del 20% circa degli omozigoti (entrambi i geni ereditati dai genitori sono mutati).

La mutazione MTHFR è stata messa in relazione con varie problematiche, alcune delle quali sono:

  •  emicrania con aura
  • stanchezza cronica
  • depressione e schizofrenia
  •  poliabortività e difetti del tubo neurale
  •  infertilità
  • suscettibilità al cancro

Il gene che codifica l’enzima MTHFR può subire mutazioni che comportano una diminuzione della sua attività anche del 70%, con conseguente aumento dell’omocisteina nel sangue e bassi livelli plasmatici di acido folico.

L’IMPORTANZA DELL’ACIDO FOLICO

L’acido folico interviene in molte reazioni, alcune delle quali:

  • la sintesi del DNA, (fondamentale in gravidanza nei primi 3 mesi, l’elevata velocità con cui si sviluppa il feto, potrebbe comportare numerosi danni in caso di carenza).
  • nella riduzione della quantità di omocisteina che, se in eccesso si è visto essere un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, in particolare per la trombosi arteriosa. Sono stati, inoltre, riportati livelli maggiori di omocisteina in circolo in persone con psoriasi rispetto ai controlli, e si è riscontrata una correlazione tra iperomocisteinemia e severità della psoriasi o altre patologie autoimmunitarie.
  • nella sintesi di dopamina, serotonina e noriepinefrina, ormoni coinvolti nella regolazione dell’umore determinando in caso di alterazioni, disturbi neurologici e psichiatrici.

MTHFR, GLUTATIONE E ACCUMULO DI METALLI PESANTI

Le mutazioni del gene MTHFR sono ragionevolmente correlabili a ridotta capacità di smaltire i metalli tossici.

Glutatione e metallotioneine sono importantissimi “attori” nel lavoro di smaltimento dei metalli pesanti. Una loro carenza comporta deficit nello smaltire i metalli pesanti.
La produzione di glutatione e di metallotioneine richiede diversi processi biochimici, tra i quali anche il ciclo di metilazione, nel quale è implicato l’enzima prodotto grazie al gene MTHFR.

Se il gene MTHFR è mutato, il relativo enzima sarà difettoso e quindi ci sarà una ridotta capacità di svolgere quella parte di processo biochimico (in questo caso è la metilazione) necessario a produrre la cisteina, un “mattoncino” fondamentale per la produzione di glutatione e metallotioneine.

FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALL’IPEROMOCISTEINEMIA

Oltre alla genetica, molti fattori ambientali possono indurre o aggravare l’iperomocisteinemia, ad esempio:

  • dieta (ridotto apporto di folati e vitamina B12)
  • abitudini di vita (fumo, alcol, etc)
  • malattie (disfunzioni di fegato e reni, atrite reumatoide, psoriasi, disordini endocrini, malattie intestinali)
  • farmaci (levodopa, antiepilettici, farmaci ipocolesterolemizzanti, antibiotici, contraccettivi orali, ecc.)

Esistono due mutazioni (note anche come polimorfismi) chiamate C677T e A1298C che possono essere ereditate singolarmente o entrambe:

  • la  mutazione MTHFR C677T è generalmente associata a problemi cardiovascolari,  iperomocisteinemia, emicrania e difetti del tubo neurale ad esordio nel primo trimestre di gravidanza.
  • la mutazione MTHFR A1298C è associata a colon irritabile, fibromialgia, dolore cronico e disturbi legati all’umore.

SINTOMI CORRELABILI ALLA MUTAZIONE

Alcuni sintomi della mutazione, spesso subdoli e aspecifici, possono essere:

  • problemi digestivi: gastrite, colon irritabile, diarrea;
  • vertigini;
  • stanchezza, affaticamento;
  • inappetenza;
  • ansia, depressione, disturbi bipolari;
  • pallore;
  • battito cardiaco accelerato;
  • fiato corto;
  • formicolio, intorpidimento e/o bruciore a piedi, mani, braccia e gambe.

Va ribadito che le mutazioni MTHFR C677T e A1298C rappresentano un fattore di rischio cardiovascolare soprattutto in soggetti con bassi livelli plasmatici di folato (o vitamina B9). Ciò sottolinea l’importanza di una dieta, uno stile di vita e un eventuale integrazione, idonei.

Bibliografia:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3708334/ Int J Environ Res Public Health,

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